Instancabile narratore, sia per il numero di romanzi scritti (quarantasette), sia per la loro mole, sia per la preferenza riservata ai cicli di famiglie e di città in cui intrecciare avventure complicate, Anthony Trollope è, assieme a Thackeray e a Dickens, un classico dell’età vittoriana e le sue opere offrono lo spaccato di forse più meticolosa precisione descrittiva della realtà sociale dell’epoca. A differenza di gran parte della sua opera,
Anthony Trollope (1815-1882), autore di quarantasette romanzi, dei grandi della letteratura inglese dell’Ottocento è il meno conosciuto in Italia, nonostante lo straordinario successo tra i lettori di lingua inglese e la fortuna più recente tra i critici. Questa casa editrice di Trollope ha pubblicato:
La memoria
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DELLO STESSO AUTORE
in questa collana
nella collana «Il gioco delle parti. Romanzi giudiziari»
nella collana «La nuova diagonale»
Anthony Trollope
Lady Anna
Con una nota di Remo Ceserani
Traduzione di Rossella Cazzullo
Sellerio editore Palermo
Titolo originale:
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
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EAN 978-88-389-2591-7
Lady Anna
Capitolo I I primi eventi nella storia di Lady Lovel
Spesso le donne sono state maltrattate dagli uomini, ma forse nessuna donna ha mai subito maltrattamenti peggiori, crudeltà più feroci di quelle che ricevette in sorte Josephine Murray da parte del Conte Lovel, a cui si unì in matrimonio nella chiesa parrocchiale di Applethwaite – una parrocchia senza villaggio, tra le montagne del Cumberland – il 1 giugno del 181*. Che il matrimonio risultasse valido secondo tutte le norme della Chiesa, ammesso che Lord Lovel avesse i requisiti legali per sposarsi, nessuno lo mise mai in dubbio; né il conte dichiarò mai che non fosse tale. Lovel Grange è una piccola residenza, circondata da una piccola proprietà terriera – piccola per essere la dimora di un ricco aristocratico – che si trova tra le montagne che separano il Cumberland dal Westmoreland, a circa dieci miglia da Keswick, incantevole per il fulgore del tappeto erboso e il rigoglio del terreno boscoso intatto, per la vicinanza di montagne incombenti e per la bellezza di Lovel Tarn, un laghetto appartenente alla proprietà, punteggiato da isolette, ognuna delle quali è coperta da un suo boschetto di agrifogli, betulle e querce nane. La casa in sé è mediocre, mal costruita, con corridoi dispersivi e camere basse, ed è un’abitazione cupa, dall’aria infausta. Quando Josephine Murray vi fu condotta subito dopo le nozze, la trovò molto cupa e infausta; ma amava i laghi e le montagne e fantasticava su una vaga e misteriosa gioia di vivere che le sarebbe venuta dall’aspetto selvaggio della sua dimora.